Abbiamo ipotizzato di frantumare e poi riassemblare la vecchia fabbrica in modo diverso, quasi a sottolineare il diverso modo di organizzare il lavoro. Non si tratta più di una produzione pesante, inevitabilmente associata ad una organizzazione lineare e consecutiva della produzione (catena di montaggio), ma fare ricerca e innovazione significa un’organizzazione in rete, che continuamente analizza, collega, decompone, unisce e ristruttura le varie informazioni esterne per addivenire a nuove idee.

Il NOI Techpark è un catalizzatore di idee, un luogo in cui converge il sapere proveniente da fonti ed esperienze diverse tra loro. La sua forza sta proprio nell’unire tutto questo sapere, promuoverne la condivisione offrendo una piattaforma di connessione, dove le aziende, i centri di Ricerca e l’Università presenti possano fare networking. È il luogo in cui ogni entità gode della presenza delle altre per la possibilità stessa di mettersi in comunicazione, creando nuovi collegamenti, perché a priori non si sa quali produrranno risultati interessanti.

Sulla base di questi presupposti abbiamo interpretato il tema di concorso come la costruzione di un grande arcipelago, composto da isole, dove la dicotomia stessa tra il pieno e il vuoto, enfatizza l'importanza dell'essere parte di un insieme. Parallelamente possiamo leggere i pieni (le isole) come le diverse forme del sapere e il vuoto come il tessuto connettivo che permette la connessione e la comunicazione tra le parti.

Le isole della ricerca del grande arcipelago, vengono tenute insieme dal lungo volume trasparente, luogo di connessione e di relazione tra le diverse parti. Ogni singola isola è libera di sconfinare il volume trasparente, andando a cercarne l'esterno, a riprova che la ricerca non può essere confinata entro limiti predefiniti: la ricerca si espande nelle varie direzioni per aprirsi a nuove possibilità di conoscenza.